Gioie e Dolori

Gioie e Dolori

Il primo gennaio 1992 è pronto il tanto atteso prefabbricato.

Riceviamo la chiave il 28 dicembre 91 e ci diamo subito da fare per trasportare le poche cose che servono per far funzionare una casa abitata. Ci dividiamo il lavoro, perché dobbiamo preparare anche la casa di formazione che dovrà accogliere le ragazze che desiderano entrare a far parte della nostra Congregazione.

I missionari ci dicono che dovremmo attendere con la formazione, ma che cosa? e perché se il numero delle domande ha già superato i cinquanta elementi?

Abbiamo fatto un discernimento tra noi suore per la scelta delle prime giovani e non ci sembra necessario aspettare. Abbiamo domandato al Signore nella nostra preghiera di darci una mano in questo lavoro. Sappiamo che il lavoro di formazione è difficile, ma se lasciamo al Maestro il compito di istruire la nostra gioventù, di che cosa dobbiamo temere? Ci affidiamo completamente nelle mani del Sacro Cuore di Gesù, con la preghiera che ci ha insegnato la nostra Madre Fondatrice e iniziamo nel suo Nome e con l’aiuto della nostra Madre Maria… Tutto andrà bene! Aspettiamo le giovani per i primi di gennaio, ma venendo da lontano e, col tempo delle piogge, in cui siamo ora, il viaggio può durare anche tre, quattro giorni.

Gesù è con noi e confidiamo che Egli ci darà la forza per superare i momenti di sofferenza e di dolore anche profondo… Non posso aspettare le prime vocazioni, perché debbo di fatto partire improvvisamente, poiché la mia mamma è stata chiamata da Dio e ha lasciato questa vita terrena. Arriverò dopo i funerali, ma vado ugualmente per la famiglia; “il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il Signore…” Sentiamo che la morte spezza il cuore dell’uomo, perché la morte esiste contro il volere di Dio ed è naturale che anche nell’uomo che crede la ferita è troppo profonda e a stento si rimargina. Solo la speranza e la fede fa scoprire un’altra faccia della morte, che consente di pensare che Dio ci accoglie dandoci la possibilità di assumere “dolore e malattia, come partecipazione alla passione di Cristo”.

La morte, che S.Francesco chiamava dolcemente “sorella”, in fondo ci accompagna per tutta la vita, anche se facciamo fatica ad abbracciarla come una sorella quando arriva. E’ faticoso far concordare i sentimenti della fede con quelli del vuoto che scava nel cuore la perdita degli affetti più cari. Eppure…, presto o tardi il dolore si addolcisce nella preghiera e il cuore ritrova silenziosamente la sua serenità.

“Le anime dei fedeli defunti per la misericordia di Dio, riposino in pace…”  Quando ritorno, a Mkiwa, la casetta di Formazione risuona di canti e risate e dal dispensario giungono vagiti e pianti di bambini. Alcuni nascono e altri debbono essere curati e vaccinati.

Non siamo più in un bosco, sole e sperdute. La vita si sprigiona tutt’intorno. Il gallo ci sveglia al mattino con una precisione da orologio. Alle sei, l’ora di andare alla preghiera. E’ molto buio ancora, ma…, avendo preso conoscenza dell’ambiente, neppure il ruggito del leone assieme al lamento delle iene in cerca di preda ci fanno più paura. Il vento sibila notte e giorno tra gli alberi di eucalipto e le lamiere delle case sono scosse rumorosamente. Tutto ormai è diventato voce amica. Non abbiamo più timore. C’è anche un recinto che ci protegge. Mario ha voluto a tutti i costi finirlo prima di ripartire…, e, due custodi sorvegliano nella notte. Al tramonto a periodi diversi, la varietà degli insetti, permetterebbe un vasto studio per chi fosse amante di zoologia. C’è l’invasione delle formiche, a migliaia e noi siamo incapaci di allontanarle; nello stesso tempo però tutto ci ricorda quanto sia grande Dio Creatore di tante svariate creature…

 

Il canto della ruota del pozzo ci rassicura che l’acqua per bere e cucinare l’abbiamo sia per noi, che per i nostri malati e i nostri bambini…

Certe sere si rimane incantate osservando quando il sole si nasconde trascinando il suo lungo manto dai mille colori. Immediata arriva la notte e dopo poco il cielo è pieno di stelle, mentre l’acqua del lago scintilla illuminata dalla luna. Altre volte sono i fuochi ad attirare l’attenzione. I contadini usano dare fuoco all’erba per preparare il campo per la semina così che, immensi falò rischiarano la notte.

Ma il silenzio… Il silenzio è stupendo! Tutto intorno ti avvolge e ti immerge col pensiero in Dio, amante della Vita e Signore di tutte le cose, che tutto sostiene con il suo Amore infinito.