Salvatore (Novembre 2012)

Salvatore (Novembre 2012)

Buongiorno Mama Rita!

kesho nitaenda Roma kuona seminaristi damu azizi…

In realtà non sto studiando lo swahili, ma mi sto tenendo in contatto con i ragazzi che studiano a Morogoro.

L’ostello come va? spero che vada molto bene. Allego una foto che abbiamo fatto tutti insieme il giorno che sono arrivato a Mkiwa.

tz_salvatore

e allego anche un articolo che ho scritto quando sono tornato in Italia, spero che vada bene come testimonianza, altrimenti scrivo qualcos’altro.

“Eccomi a giocare ancora con le parole…

C’ho messo un po’! le ho cercate nella mia testa, ma poi le ho trovate nella sfera della mia biro, e mi sono trovato a rincorrere lettere e sillabe su un foglio bianco che si riempiva mano mano.
Queste parole non parlano di viaggi e né di avventure, parlano di un nuovo modo di vedere le cose.
La mia esperienza africana inizia il 10 luglio nell’aeroporto di Fiumicino, con l’ultimo cappuccino italiano D.O.C. versato in uno di quei bicchieri take away, con su scritto “un sorriso lungo un viaggio”.
Sono partito bianco tra i neri e sono tornato nero tra i bianchi. Ho nuotato nell’oceano indiano, ho attraversato la Tanzania in fuoristrada sino ad arrivare al suo centro e ancora più in là …Ho sentito il peso del suo cielo stellato e mi sono perduto e ritrovato sotto la croce del sud.

Non avevo niente ma avevo tutto, ho perso tutto eppure ero ricco.

Ho imparato a parlare lo swahili;

Ho imparato a vivere senza attesa;Ho imparato a mangiare in un piatto unico;
Ho imparato a pregare, ho allenato lo spirito e il corpo, ho corso al
tramonto di Itigi a 1300m di altitudine e all’alba di Dar es salaam sulla spiaggia davanti all’oceano;
Ho imparato ad amare, ad apprezzare e ad accettare le persone per quello che sono;
Ho imparato cosa significa sentirsi al posto giusto al momento giusto;
Ho imparato cosa significa sentirsi utile davvero;
sono stato pittore, contadino, maestro di asilo, operaio, farmacista OPD e impiegato BIMA;
C’erano manguste e iene al posto di cani e gatti (anche se qualche esemplare si vedeva in giro);
C’erano corvi al posto delle rondini;
C’erano mango,papaya, e avocado al posto di mele e pere;
Ho visto elefanti giraffe e zebre, fagoceri e impala, ippopotami e coccodrilli; ho rischiato di essere attaccato da un leone, ho dato da mangiare ai lemuri;
Ho conosciuto seminaristi, uomini e donne di chiesa, medici e semplici volontari tutte persone diverse ma ugualmente speciali.
Ho giocato e cantato con bambini orfani; ho parlato e stretto la mano ai lebbrosi;
ho dato tutto me stesso, sono partito con uno zaino che pesava 15kg e sono tornato come un sacco vuoto che è stato riempito.
…Queste parole parlano di momenti ancora vivi.
Ho vissuto tra gli africani e ho visto di cosa hanno loro bisogno: loro necessitano di cure, di rifugi a volte più sicuri, di cibo e di abiti.
Condividendo con loro queste esigenze e perdendo la sicurezza delle cose superflue del mio paese, ho capito invece di cosa abbiamo bisogno noi “occidentali”.
Noi abbiamo bisogno di ritrovare quel senso di solidarietà, e quel senso di credo cristiano che ormai abbiamo perso e sepolto sotto i nostri “vorrei”, … senso che, invece, è molto vivo in loro.”

un saluto grandissimo.

Salvatore

P.S. saluti anche a Suor Maria (a Itigi), Suor Mary e a tutte le suore di Mkiwa.